Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA

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Zanazzo, Giggi 50 occorrenze

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tavolo, stando naturalmente seduti. Quindi chi l’ha prima, cioè più in fondo, la tira fuori, e la posa sulla mano più alta; così con movimento continuo

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Era un giuoco comunissimo, e per lo più si faceva da adulti, in cinque, sei, sette, e in quanti si voleva. Si fa la conta; a colui designato dalla

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È per lo più abruzzese. Egli canticchia nel suo dialetto e con voce monotona: — Campobasse, cortelle, signorine!

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Fanno a gara fra ragazzi o ragazze, a chi salta più scalini della scala di casa, di un palazzo, di una chiesa o di altro.

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Uno dei fanciulli che giuoca si finge maestro; gli altri compagni si fingono scolari, rifacendo più o meno bene tutto ciò che alla scuola si usa di

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invece va più distante, tocca di nuovo a battere alla conta, o se sono più di due, al terzo, al quarto, successivamente.

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Si mostra per lo più d’inverno, nelle ore pomeridiane. Come il suo collega l’ovaro, entra in tutte le bettole ed offre la sua merce al grido di

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Nelle ore afose dell’estate, sotto alla sferza del sollione, s’udiva e s’ode ancora, sebbene più raramente, il lamentevole ritornello del venditore

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"I carciofolari erano cantori e suonatori d’arpa; specie di bardi girovaghi, nativi per lo più degli Abruzzi, così chiamati dalla stessa parola

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infornate (mosciarèlle) e poi bollite, lupini (fusaglie) e mosconi verdi… Scarafaggi questi più grossi delle cantaridi, i quali si trovano

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in sorte, lancia e’ llécco o pallino (un còccio più piccino degli altri), e gli tira subito dietro la sua piastrélla, procurando di accostarsi con essa

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leggermente in guisa da farne venir fuori delle bolle più o meno grandi chiamate bòccie ò bbòcci, e che i fanciulli fanno a gara a far saltare su i loro

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È un giuoco che si fa da due o più ragazzi con un ciotoletto o altro pezzo di sasso rotondo detto maróne, tirandolo ad una certa distanza, e

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Scherzo che fra due ragazzi il piú furbo fa all’altro, dicendogli: Io dico mi’ padre è ggale 1; tu dì mi’ padre è gale 2, infino a 8. E proseguono

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È un giuoco che va eseguito da tre fanciulli. I due più grandicelli formano con le loro mani, dandosele a croce, una specie di seggiola, molto comoda

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ad un asse trasversale, o ad un bastone sul quale si siede una o più persone; e mentre quello seduto oscilla, un altro spinge la canoffièna

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"Più che un giuoco è una penitenza, e più che dai ragazzi si fa dagli adulti. I giocatori si dispongono in circolo, e in mezzo a loro si mette a

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bbene però che er più dde le vorte ce s’avvilischeno tanto che cce schiatteno de crepacore.

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Espone la sua merce sopra alcune scalette di legno, nei quartieri più popolari, e grida a squarciagola: — Curete pompieri che vva a ffocoo! E sulle

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malanno che sse pija pe’ vvia de quarche gran spavento, mettennoje una pavura più ggajarda, è ccapace che quer malanno je se passi.

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Se pija un spicchio de papàvero — nun più dd’uno — jé sé lèveno li sémi, e sse mette a bbullì’ in d’una piluccia, co’ ddu’ deta d’acqua e un filetto

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coglie il momento propizio per appoggiare un ceffone a ciascuno de’ suoi due colleghi. Ma questo più che un giuoco è uno scherzo.

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sdraji o cce se metti a ddormì’ un ômo. Quanno se rifà’ e’ lletto in tre ppersone, er più ppiccolo de li tre mmôre.

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soffio, batte le palpebre e mostra spavento. Al che il primo sclama ridendo: — Vedi che hai avuto pavura! E il passatempo per lo più ricomincia e seguita

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bruciandosi i diti lascia spegnere o cadere il cerino, dà un pegno, per riavere il quale deve poi fare una penitenza, imposta per lo più dalla più gentile

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Il raccoglitore delle presenti tradizioni patrie, dettate nel dialetto più prossimo al latino di quanti se ne parlano in Italia, avendo vissuto

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bbrutto, che sse metterà a ppredicà’ pe’ ttutte le piazze pe’ cconvertì’ li cristiani. Ma ssur più bbello, da la Scala Santa, indove da secoli e ssècoli

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, mandandolo più lontano che può. Il compagno, a sua volta, si reca per rilevarlo; e, fermatosi al posto dove il trilló è caduto, prendendo di mira il

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: Nu’ stanzia pila in berta. Un vetturino o cocchiere, per dire a un suo collega che ha più debiti che crediti, dirà: So’ più lladri che sbirri. Un

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grandi bordoni, e preceduti da uno o più tamburi. Gli ebrei davano in fitto i damaschi verdi, azzurri, rossi o gialli per adornare i davanzali delle

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Fra ttutti li vennitori de ggeneri magnarécci, er macellaro è er più simpatico, er più spiritoso, er più bburlone de tutti quanti. Sarà fforse er

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, mostravano le più orrende mutilazioni e le piaghe le più schifose, ovvero si tiravano dietro quattro o cinque fanciulli scalzi e laceri, avuti magari a

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madrimonio sconcruso, così lo descrive: "Si giuoca a Roma dalla plebe, percuotendo colla parte più acuta d’un uovo allessato (ôvo tosto) sulla stessa parte d

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-ribbì-ribbì-ribbì-ribbì-ri-bbì! A questo bbì più spiccato, se il capo-giuoco si siede, tutti devono cercar subito di prender posto in una delle

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cuccoma, quali con bicchieri a comperare il latte per la loro colezione. Compiuta la vendita (non più tardi delle ore 9 ant.), il capraio, raccolte le sue

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Si giuoca alla Mora soltanto dagli adulti, in due, in quattro ed anche in più. Per mezzo della conta si scelgono o si fanno i compagni. Questo giuoco

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È un giuoco che per lo più si fa da sole fanciulle. Esse si prendono per mano e formano circolo. La mamma, fuori di questo, gira loro intorno dicendo

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Anche questo giuoco si fa come i due precedenti; soltanto varia in questo, che il giocatore che mandò la sua moneta più distante dal maróne (che in

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Mó nun aùsa guasi ppiù; ma ssótto ar papa, a li 15 d’agosto; incomincianno da l’impiegati ppiù ggrossi, infinenta a ll’urtimo luscière er più

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cche io incora me l’aricordo. Er più gran stradone che ddà su la piazza sale infinenta su la cchiesa che stà in arto in arto, vieniva in quer giorno

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de ll’occhi, granèllo pe’ ggranèllo. A ttavola nun bisogna mai metteccese a mmagnà’ in 13 persone, artrimenti drento l’anno, er più ppiccolo o un antro

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’ compagno; Fugge fugge più cche ppôí E annisconnete andò’ vói". Infatti egli picchiato che ha, fugge e con lui tutti gli altri compagni coi quali si va a

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, di S. Gregorio Taumaturgo, protettore dei casi disperati, ecc. ecc. Il Deo gratias di quest’ultimo era il più solenne e stirato che si potesse

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: "Ora essendo stata ridotta ad ospedale la chiesa di Sant’Antonio all’Esquilino, la stessa festa, ridotta a più modeste proporzioni, da parecchi anni si

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un servizio che la conta, allorchè sarà invitato nella camera de’ suoi compagni, dovrà fare a uno o a più di essi. Per esempio. Egli dovrà prendere

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che si davano al bujo, alcuni de’ più zelanti, uscivano dall’oratorio e seguìti da altri bizzochi si sparpagliavano per la città, recitando il rosario

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Dei quattro giocatori più grandi, uno fa da capo-giuoco, un altro da Madonna, il terzo da Angelo e il quarto da Diavolo. Il capo-giuoco dà a ciascuno

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prosegue, ecco la cosa ch’esso è tenuto a fare. Toccare la terra e dire: Tócco téra; arzo la bandiera: tutti li bbuzzichi so’ li tui. Nun ce faccio più

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Più bambini si mettono a sedere in fila con le gambe stese ed i piedi pari, mentre uno di loro, il capo-giuoco, resta diritto con una bacchetta in

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. Raggionaveno come libbri stampati, e vve facéveno certi sproloqui da fa rimanè’ incantato er più bbravo mozzirecchio che adesso ciavemo a la Pretura urbana

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